“Ha fatto bene Turetta a uccidere Giulia Cecchettin… andrò in galera sorridendo, ma ti faccio fuori“. È solamente una delle numerose minacce fatte a una donna dal suo partner, un uomo di 40 anni originario della provincia di Verona, durante due anni di violenze e intimidazioni incessanti. L’individuo è stato fermato per abusi, e la misura precauzionale è stata successivamente inasprita, passando dal divieto di avvicinamento alla detenzione domiciliare.
All’indagato era stata imposta l’installazione del braccialetto elettronico, ma nonostante ciò ha continuato a avvicinarsi all’ex compagna, monitorando i suoi spostamenti con un’app sul suo smartphone.
Nel corso della convivenza, alla vittima era stato vietato di incontrare amici e parenti e costretta a rinunciare al lavoro. L’uomo, inoltre, l’avrebbe costretta a subire atti sessuali non consensuali, offrendole gravi insulti e provocandole ferite, portandola a uno stato di completa sottomissione.
All’inizio la donna aveva optato per denunciare tutto alla Questura, ma il potere esercitato dall’arrestato era diventato così opprimente da farle temere per la sua vita, spingendola a ritirare le accuse presentate l’anno precedente.
La gelosia dell’uomo era diventata così opprimente da ostacolarla persino nel recarsi dal medico generico e dallo specialista che l’assisteva per il trattamento della sindrome depressiva che la affliggeva. Esausta, la donna ha scelto di fare una nuova denuncia. Nel luglio scorso, il Gip di Verona ha emesso un’ordinanza di divieto di avvicinamento alla vittima, stabilendo una distanza minima di 500 metri dai luoghi da lei visitati e contemporaneamente applicando la misura del braccialetto elettronico. Nonostante tutto, l’uomo ha proseguito nella ricerca della sua ex, assicurandole di essere diverso. All’inizio la donna ha manifestato indecisione, ma durante un fugace soggiorno in un B&B, il 40enne ha nuovamente fatto violenza su di lei, costringendola a bere alcol e assumere farmaci per ridurre la sua resistenza.
Dopo questo evento, la vittima ha contattato un numero di emergenza. È stata assistita e portata in ospedale, mentre l’uomo è stato segnalato per aver infranto il divieto vigente e trattenuto in attesa di una decisione tempestiva da parte dell’Autorità Giudiziaria. In seguito alla richiesta di aggravamento formulata dal Sostituto Procuratore, il Gip ha disposto la misura cautelare degli arresti domiciliari, attuata poche ore dopo.