Si è aperto un dibattito infinito. O almeno era quello che voleva il fotografo tedesco vincitore dei Sony World Photography Awards.
“L’Intelligenza Artificiale non è fotografia. Pertanto non accetterò il premio”, con questa frase perentoria Boris Eldagsen ha rifiutato il premio in uno dei concorsi fotografici internazionali più prestigiosi.
Eldagsen aveva vinto nella categoria Creative del concorso Open con una immagine intitolata “The Electrician”, l’enigmatico ritratto di due donne che, per il tono seppia, i dettagli iconografici e la ‘texture’, rimanda al linguaggio fotografico dei vecchi album di famiglia. “The Electrician” fa parte della serie “Pseudoamnesia – Fake Memories”, il progetto artistico in cui il fotografo tedesco esplora le potenzialità del lavoro con l’Intelligenza Artificiale (IA).
Il titolo è già piuttosto esplicito ed evocativo di scenari che ricordano i romanzi di fantascienza di Philip K. Dick e la descrizione lo è altrettanto: “Utilizzando il linguaggio visivo degli anni ’40”, si legge sul sito web del fotografo, “Boris Eldagsen produce le sue immagini come falsi ricordi di un passato che non è mai esistito, che nessuno ha fotografato”.
Anche il procedimento creativo che passa attraverso Stable Diffusion, uno dei più conosciuti sistemi di apprendimento automatico profondo per la generazione di immagini, è spiegato nel dettaglio: “Le immagini che seguono sono state co-prodotte per mezzo di generatori di immagini IA […] rielaborate da 20 a 40 volte […] combinando tecniche di “inpainting”, “outpainting” e “prompt whispering”.
La conclusione di Eldagsen è questa: “Proprio come la fotografia ha sostituito la pittura nella riproduzione della realtà. l’IA sostituirà la fotografia. Non abbiate paura del futuro”.
La “foto” vincitrice del premio dunque non finge di essere quello che non è, anzi, questo è in sostanza il cuore della polemica che dopo l’annuncio del premio da parte della World Photography Organization (WPO) si è innescata con il fotografo tedesco.
Il futuro delle immagini generate utilizzando l’IA per Eldagsen non deve essere quello di competere nei concorsi dedicati alla fotografia: “Le immagini di intelligenza artificiale e la fotografia non dovrebbero competere tra loro in un premio come questo. Sono entità diverse. L’IA non è fotografia”.
Il fotografo, noto in Germania come uno dei massimi esperti sul fronte del rapporto tra intelligenza artificiale e fotografia, ha ammesso di aver partecipato per aprire il dibattito e “scoprire se i concorsi sono preparati per la partecipazione di immagini Artificial Intelligence” (“non lo sono” è la sua conclusione) e, in generale sulla natura delle immagini e “la differenza tra le fotografie scattate da esseri umani e quelle generate dall’intelligenza artificiale”.
Eldagsen si definisce un “regista” nel lavoro di co-creazione delle immagini attraverso l’utilizzo di varie piattaforme e tecnologie di IA: “Non si tratta di premere un bottone e via. Si tratta di esplorare la complessità di questo processo, iniziando con l’affinare i suggerimenti testuali (‘text prompt’), per poi sviluppare un flusso di lavoro complesso mescolando varie piattaforme e tecniche”.
Eldagsen dice di aver presentato l’immagine nella categoria Creative del concorso Open senza fornire inizialmente i dettagli sulla sua natura.
La categoria Creative consente la partecipazione di una immagine “prodotta con qualsiasi dispositivo”. Le regole che fissano i paletti per la proposta di foto ai SWPA non menzionano la questione dell’intelligenza artificiale e fanno solo un riferimento generico alla proprietà intellettuale dell’opera (nodo cruciale nel dibattito sull’IA) e al fatto che deve essere stata scattata nell’anno di riferimento della competizione.
Il fotografo tedesco dice di aver comunicato ai SWPA i dettagli della sua creazione solo dopo che gli era stata comunicata la vittoria suggerendo all’organizzazione di aprire un dibattito sul tema caldo non solo nell’ambito della fotografia d’autore. Una proposta caduta nel vuoto, accusa Eldagsen.
La risposta dei SWPA è stata in un primo momento quella di confermare la scelta della foto vincitrice. Il rifiuto del premio da parte di Eldagsen ha innescato il dibattito sul tema e il botta e risposta con l’organizzazione.
Come riportato dal Guardian, un portavoce della WPO ha dichiarato di aver ricevuto da Eldagsen i dettagli dell’utilizzo di applicazioni di IA nella creazione dell’immagine prima dell’annuncio della vittoria e ha specificato il senso della categoria Creative del concorso: “La categoria accoglie vari approcci sperimentali alla creazione di immagini, dalle cianotipie e rayografie alle pratiche digitali d’avanguardia. Per questo motivo, in seguito alla nostra corrispondenza con Boris e alle garanzie che ci ha fornito, abbiamo ritenuto che il suo lavoro soddisfacesse i criteri di questa categoria e abbiamo sostenuto la sua partecipazione”.
Dopo il rifiuto del premio da parte di Eldagsen i SWPA hanno rimosso le immagini del fotografo tedesco sia dal sito sia dall’esposizione in corso alla Somerset House a Londra.
“Riconosciamo l’importanza di questo argomento e il suo impatto sulla creazione di immagini oggi,” dice il portavoce della WPO concludendo che “sebbene gli elementi delle pratiche di IA siano rilevanti nei contesti artistici della creazione di immagini, i premi sono sempre stati e continueranno a essere una piattaforma per promuovere l’eccellenza e l’abilità dei fotografi e degli artisti che lavorano con questo mezzo.”
Eldagsen ha suggerito ai SWPA di donare il premio al festival fotografico di Odessa, in Ucraina.
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